Quattro decenni dopo l’entrata in vigore della legge 194 le associazioni a convegno per riflettere insieme su quanto è successo

Quattro decenni dopo l’entrata in vigore della legge 194 le associazioni a convegno per riflettere insieme su quanto è successo
Data inizio 01/12/2018 – 09:30
Data fine 01/12/2018 – 12:30

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A 40 anni dalla legge 194/78. Storia,
valutazioni, prospettive
”. È il tema della giornata di studio e confronto in
programma alle 9.30 di venerdì 1
dicembre
all’NH Hotel, in via  Foro Italico 
Umberto 1°. A promuoverla un cartello di associazioni – Cesvop, Forum
delle Associazioni Familiari, Forum Vita Famiglia Educazione, Movimento per la
Vita, A.M.C.I., Associazione culturale “Società Domani”, Centro Aiuto alla Vita,
SSB, AVULSS – che si sono ritrovate in occasione della “Marcia per la vita e la famiglia” che nell’edizione 2016 ha registrato
la partecipazione di circa 5mila persone.

«Questo
convegno nasce dall’idea che quest’anno compie
40 anni la legge 194
, approvata il 22 maggio
1978
– spiega il vicario episcopale, don Calogero D’Ugo, studioso di dottrina sociale della Chiesa -. Un
quarantennale importante per riflettere su tutto quello che ne è conseguito dalla
sua applicazione. Purtroppo dobbiamo registrare che, da quanto la legge è stata
approvata, abbiamo avuto 6 milioni di
aborti
. Dato che si riferisce a quelli legali ma, se pensiamo a quelli che
sfuggono alle statistiche e agli interventi con la pillola del giorno dopo, direi
che si può parlare di strage degli innocenti».

Un tema ancora
oggi scottante, che alimenta un ampio dibattito, da sempre affrontato secondo
diversi punti di vista, e che venerdì 1
dicembre
sarà trattato a 360 gradi.

Porterà i saluti
a tutti i presenti il dott. Paolo Piro,
dell’associazione culturale “Società Domani”, introducendo un breve trailer sul
tema. Sarà la dott. Paola Geraci a
coordinare la prima sessione, contraddistinta dagli interventi del dott. Federico Pirera che parlerà del “Contesto
storico -giuridico della legge 194”, e del dott. Raffaele Pomo, AMCI Palermo,
su “Aborto e medicina, indicazioni e contraddizioni”.

Le “Considerazioni etiche sull’aborto”
saranno affidate all’attenta analisi del vicario episcopale don Calogero D’Ugo, mentre di “Implicazioni
culturali socio-politiche della legge 194” disserterà l’avvocato Giovanni Granatelli.

Attese le testimonianze che giungeranno dalle
associazioni, ognuna delle quali tratterà il tema dell’aborto e di tutte le
conseguenze positive e negative in base ai propri ambiti d’intervento sul
territorio.

Nello specifico, potremo ascoltare: la
prof.ssa Marina Casini e la dott.ssa
Sandra La Porta, del Movimento per la Vita; il dott. Luciano D’Angelo, C.A.V. Palermo; il dott. Dario
Micalizio
, Forum Associazioni Familiari;
 il dott. Diego Torre, Forum Famiglia
Educazione
; la dott.ssa M. Cristina
Sanfratello
e la dott.ssa Rosalba
Federico
, AVULSS. Le storie di
vita verranno da Francesca Caridi.

«Quello che emergerà
sarà la bella unione e la sinergia che ha portato un cartello di associazioni a
dare vita a questo convegno
– prosegue D’Ugo -. Rifletteremo anche sul fatto che
la parte positiva della legge non è stata applicata. Ci sono, infatti, alcuni passaggi
tesi a salvaguardare la creatura che vuole venire al mondo, che vengono superati
e dimenticati con molto cinismo dallo Stato, dai consultori, dai medici e da
tutti quei soggetti che dovrebbero tutelare il nascituro e la mamma. L’aborto dovrebbe essere l’ultima spiaggia,
invece in questi anni è andato tutto diversamente».

Quello di venerdì
1 dicembre non sarà il solito convegno, ma la grande occasione per confrontarsi e proporre interventi che
guardano alla totalità della famiglia.

«In
un momento in cui la nostra società è annichilita davanti alla violenza che
dilaga sempre più spesso tra di noi – conclude il vicario episcopale –, vogliamo
proporre percorsi di pace e di speranza.
Il messaggio che vorrei passasse è che non dobbiamo arrivare all’aborto per aiutare
una maternità in difficoltà.  Si tratta
di un argomento molto delicato che colpisce tante ragazze e donne che hanno
vissuto, loro malgrado, questa tragica esperienza. Proprio per questo lo Stato non può solo legiferare. C’è bisogno
di creare le condizioni adatte a offrire alternative a chi ha bisogno. Affrontare
il tema dal punto di vista medico, storico, socio – politico ci potrà aiutare a
capire e far comprendere meglio tutti».

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